LA SALUTE MENTALE…SECONDO NOI
In vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale noi de “Il Giornalino di Villa Rosa” abbiamo trattato un argomento difficile da affrontare: la psiche umana, che può essere più o meno equilibrata, ma sempre, sempre, esprime la complessità della storia personale.
Ci siamo voluti soffermare su questi temi per capire meglio noi stessi e avere possibilmente delle risposte sul nostro Essere e sul nostro comportamento.
La prima cosa che abbiamo capito è che nessuno è un essere “finito”, ma è sempre in cammino, verso il futuro, in una continua evoluzione (o involuzione) psichica e fisica.
Al mondo non c’è una persona perfettamente sana o perfettamente malata: ognuno, piuttosto, a seconda delle esperienze di vita, si trova collocato lungo una scala che va dalla salute alla malattia. E a volte scivolare giù è un attimo! Questo sia nel fisico che nella mente.
Ma che cos’è che ci fa salire o scendere lungo questa linea dall’equilibrio allo squilibrio mentale?
Secondo noi sono i dolori della vita che ci possono far crollare: la morte di una persona cara, un familiare, una compagna, la separazione coniugale o dai genitori o dai figli, le delusioni, le mancanze di vario tipo (affettive, economiche, abitative…), la mancanza di indipendenza, i cambiamenti della casa a cui sei affezionato, traumi forti quali violenze di ogni genere, terremoti, uragani, ecc… Ora pure la guerra!
Ognuno reagisce a modo suo, con modalità molto diverse.
Le reazioni più frequenti sono: rabbia, amarezza, delusione, depressione, mutismo, chiusura in se stesso, mangiare tanto di più o tanto di meno rispetto al solito, tristezza, angoscia, impotenza, scaricare le tensioni nel bere, fumare, lavorare, drogarsi, piangere forte, farsi del male. Fino all’anestesia dei sentimenti!
Traumi forti e irreparabili possono causare un vero e proprio uscire di testa, con reazioni a volte irrecuperabili. Diventa allora difficile, se non impossibile, reagire e risalire la china.
A volte il dolore è talmente forte che preferisci morire, fisicamente o mentalmente. Morire dentro è forse peggio che morire nel corpo, perché la sofferenza morale non finisce mai: non hai la forza di alzarti dal letto, lavarti, mangiare, incontrare gli altri. Tutto diventa un problema. Tutto! Sei morto dentro!
Il dolore c’è e continua ad esserci, ma tu non lo senti più. E’ come se uno volesse farsi una tomba intorno, dentro cui rinchiudersi per non sentire più quel dolore interno, incessante, massacrante! Certe volte, ferirsi o farsi del male nel corpo provoca meno dolore nel cuore e nella mente.
Il male mentale tocca tutti gli aspetti della persona, i più profondi, e ti getta in una insicurezza e in una paura di vivere totale. Inoltre, possono esserci dei traumi talmente forti che ti causano una dimenticanza del fatto, fino alla dissociazione: è come se ti risvegliassi senza ricordarti più il trauma o quello che hai fatto come conseguenza di quel dolore, una sorta di paralisi emotiva.
Altre volte invece si creano delle somatizzazioni, con difficoltà a deglutire, muoversi, fare le cose quotidiane: lì si crea una specie di paralisi fisica, anche se i medici ti dicono che nel corpo non hai niente che non va. Ma non c’è nulla che va…
Per recuperare, almeno in parte, l’equilibrio psichico bisogna trovare tanto affetto da parte di chi si prende cura di te, sentire il bene degli altri che ti fa percepire il loro spirito, ossia che gli altri ci tengono a te. Occorre calore e affetto da chi ti sta vicino, parenti e amici: e poi devi diventare consapevole del tuo problema e imparare a lottare con te stesso per risolverlo.
Soprattutto, però, bisogna accettare le differenze e le difficoltà che ci sono nel mondo, perché purtroppo una volta che i sogni si sono infranti diventa un casino: la realtà non è più la stessa di quando eri bambino e devi imparare ad essere adulto, indipendente il più possibile, con strategie per difenderti e non abbassare mai la guardia.
Se prendi in giro la vita, la vita prima o poi prende in giro te. E la vita non si batte!
Viterbo – 10.10.2024