La cultura dell’ospitalità come messaggio di pace

La guerra in Ucraina non arretra e si fa sempre più forte il messaggio di pace e l’invito a disinnescare le armi di Papa Francesco.

La comunità religiosa e i collaboratori di Villa Rosa hanno avviato una raccolta fondi straordinaria in sostegno della popolazione Ucraina attraverso e grazie alla collaborazione con i Fatebenefratelli dell’ospedale di Villa San Pietro congiuntamente con il parroco don Marco della basilica minore di Santa Sofia di Roma.

Si raccolgono indumenti, alimenti, medicine, giocattoli, materiale sanitario, di igiene e scolastico.

È possibile sostenere gli interventi rivolgendosi alla Superiora locale suor Mariella Giannini al 347.9088794.

E proprio in questi giorni nella Struttura è stato organizzato un tempo di preghiera e riflessione con il Vescovo Lino Fumagalli sul considerare la vita apertura e dono per essere tutti autentici costruttori di pace.

Con l’occasione la Superiora ha dedicato al Vescovo ed a tutta la comunità un messaggio di speranza e pace.

“Ringraziamo il nostro Vescovo Lino, per questa bella visita e opportunità in un momento liturgico particolare della IV settimana di quaresima che stiamo vivendo e nella preghiera costante a Dio che rivolgiamo per la pace.

È un momento in cui siamo chiamati a pregare per la pace e per i nostri governanti, soprattutto per coloro che in questo momento detengono il potere e le sorti delle nazioni e dei popoli, perché lo Spirito Santo attraverso l’intercessione della Vergine Maria e dei nostri Santi, siano illuminati dalla luce della Verità e abbiano a cuore sentimenti di pace e non di guerra.

Preghiamo per gli sfollati, i feriti, per tutte le città distrutte insieme alle famiglie divise. Eccellenza, assicuriamo la nostra preghiera unita alla sofferenza degli ammalati per questa intenzione, offrendo a Maria, regina della pace, la preghiera di oggi.

Grazie eccellenza, per questa sua sensibilità e occasione di testimonianza di fede e di amore verso i nostri ospiti e in generale verso i più deboli”.